MASSONI, ECCO QUANTI SONO IN ITALIA: 23MILA FRATELLI DIVISI IN 870 LOGGE. NEL LAZIO CI SONO 2000 GREMBIULINI, A ROMA E PROVINCIA 1600 ISCRITTI. I NUOVI ISCRITTI HANNO 30 ANNI E I PIÙ NUMEROSI SONO MEDICI. LE DONNE NON SONO AMMESSE

Dopo il recente documento del Dicastero della Dottrina della Fede che ribadisce la totale inconciliabilità tra la Massoneria e il cristianesimo (Ne ho parlato QUI), sono andato a fare una breve intervista (iL servizio completo lo vedrete presto su Tv2000 per il programma Indagine ai Confini del Sacro) a Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI), un’obbedienza massonica istituita ritualmente il 20   giugno 1805 a Milano. È la più antica e numerosa istituzione massonica regolare italiana.

Stefano Bisi, giornalista professionista, è molto affabile e rispettoso. Vanta un’ “appartenenza” nella Massoneria ultra trentennale. “Sono battezzato – mi racconta – ho fatto la prima Comunione e la Cresima e devo i miei studi a un coraggioso prete”.

Questo video è un breve estratto dell’intervista (se non riesci a vedere il video CLICCA QUI):

 “In Italia – ha detto Bisi – ci sono 23mila fratelli appartenenti al Grande Oriente d’Italia divisi in 870 logge presenti in tutte le province italiane. In tutto il Lazio gli iscritti al Grande Oriente sono circa duemila, a Roma e provincia gli iscritti sono 1500, 1600 persone.

Il genere degli iscritti è solo quello maschile per motivi storici.  Noi ci riteniamo i discendenti dei costruttori delle cattedrali medievali che erano solo uomini e quindi rispettiamo le nostre tradizioni.

Abbiamo il riconoscimento di oltre 200 comunioni massoniche estere che considerano una Gran Loggia Regolare se ci sono appartenenti solo maschi. Noi abbiamo la nostra storia. Rispettiamo le donne  ma rispettiamo anche la nostra storia.

Ci sono molti ingressi di giovani attorno a 30 anni, ci sono molti fratelli anziani che sono un po’ la nostra storia.

Da noi c’è un po’ di tutto: laureati, diplomati, senza titoli di studio, operai, professionisti, dipendenti pubblici.

La professione più presente tra gli iscritti  è quella del medico, abbiamo molti medici iscritti perché rientra nello spirito massonico quello del medico. Con il giuramento di Ippocrate si impegnano a salvare vite quindi il medico deve avere una naturale generosità che deve essere una delle caratteristiche che ha un massone.

Da noi sono iscritti musulmani, buddisti, di ogni religione”.

Il mio ultimo libro è Il Segno di Giona, un viaggio tra santi, veggenti e cialtroni – edito da Il Pellegrino Edizioni, nuova Casa Editrice dei Gesuiti. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI .

Si tratta di un libro che ripercorre la mia storia personale attraverso i veggenti – veri o falsi – che ho incontrato fin da bambino.

INVITO ALLA LETTURA:

La prima cosa che ricordo è il telefono. Un telefono da ufficio anni ’90, con la cornetta e il disco per fare i numeri. Squillava ogni trenta secondi. Era fastidioso. Chi chiedeva una benedizione, chi un miracolo, chi un lavoro o una guarigione da un brutto male. […] Lui era un gigante, alto e robusto. Almeno, io lo vedevo così. Con lui ho vissuto la mia prima esperienza in assoluto con un veggente. Avevo poco più di dieci anni. I miei genitori mi ci portavano spesso. Riceveva in una chiesa particolare, quasi circolare, vicino al Policlinico Umberto I di Roma, a piazza Salerno. Noi abitavamo a Trastevere e la distanza non era molta. […] Gli orari in cui riceveva erano strani. Non era come andare in un ufficio, dove ci sono giorni prestabiliti. Qui c’era una lunga lista d’attesa e, se si aveva urgenza, bisognava essere disposti a raggiungerlo a qualsiasi ora chiamasse. E a noi capitava spesso.  Mentre aspettavamo il nostro turno, a volte sentivamo urla.  Da lui andava tutta Roma: lo chiamavano il Padre Pio della Capitale. Qualcuno ci raccontò che aveva esorcizzato addirittura Salvator Dalì.CONTINUA

(David Murgia)

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©David Murgia
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