Lo sapevo che qualcosa sarebbe uscito dal Meeting di Rimini. Leggo infatti un’intervista – pubblicata su “Tempi.it” – al vescovo ausiliare di Baghdad Shlemon Warduni. In Iraq ormai da settimane si sta consumando una shoah ai danni dei cristiani (e di altre minoranze religiose), con i feroci terroristi dell’Isis (Stato islamico) che fanno man bassa dei seguaci del Nazareno, costretti a scappare dalle loro case di Mosul e della piana di Ninive.
Sul blog avevamo già parlato di questo massacro e di quello che raccontavano gli esorcisti (https://ilsegnodigiona.wordpress.com/2014/08/11/quando-il-diavolo-minacciava-persecuzioni-dei-cristiani-nazareni-sterminati-in-iraq-il-tempo-di-caino-e-la-contadina-che-sfido-hitler/) .
E vediamo cosa ha detto mons. Warduni: “Non sappiamo da dove viene questa gente, probabilmente dall’inferno perché neanche i diavoli saprebbero trovare modi più terribili per far tanto male alla gente”. “I cristiani – ha aggiunto – vivevano a Mosul da duemila anni e ormai da oltre due mesi non si recita più una preghiera in città. Forse questa gente viene dall’inferno, sono peggio dei diavoli. Per questo noi abbiamo gridato ad alta voce per chiedere aiuto a tutto il mondo: ai cristiani, ai musulmani, agli atei, a tutta la gente di buona volontà. Perché il nostro popolo, i nostri fedeli, i nostri vecchi, i nostri bambini non vengano maltrattati in questo modo cattivo e terribile”.
L’accostamento Stato islamico/Inferno e diavoli/terroristi islamici descritto dal vescovo ausiliare di Baghdad fa venire in mente due cose. Dante e Giovanni da Modena.
Dante, nella Divina Commedia, infatti colloca il Profeta proprio nell’Inferno, tra i seminatori di discordie la cui pena consiste nell’essere fatti a pezzi da un diavolo armato di spada.
Mentre Giovanni da Modena è l’autore dell’affresco della Basilica di San Petronio di Bologna dove Maometto è rappresentato come un vecchio dalla barba bianca, completamente nudo e legato, torturato da un demone, circondato da altri peccatori tra i quali si riconoscono gli scismatici (Datan e Abiron), i sacrileghi, gli incantatori (Pitonessa), gli eretici (Ario).
Che cosa si può fare per l’Iraq? Cosa può fare l’Onu?
Risponde sempre il vescovo Warduni: “La comunità internazionale può prima di tutto impedire che le armi arrivino a questa gente cattiva. Poi può inviare le forze internazionali per proteggere la nostra gente. Infine, può liberare questi nostri villaggi e città dalle mani dei malviventi per ridare a noi cristiani e ai cittadini delle altre minoranze i nostri leciti diritti”.
A me piace pensare a cosa fece Francesco d’Assisi quando si trovò faccia a faccia con il Sultano mentre era in corso una feroce guerra tra cristiani e saraceni.
Questo è il racconto preciso di quello che accadde così come riportato dalle Fonti Francescane
A tredici anni dalla sua conversione, partì verso le regioni della Siria, affrontando coraggiosamente molti pericoli, alfine di potersi presentare al cospetto del Soldano di Babilonia.
Fra i cristiani e i saraceni era in corso una guerra implacabile: i due eserciti si trovavano accampati vicinissimi, I’uno di fronte all’altro, separati da una striscia di terra, che non si poteva attraversare senza pericolo di morte .
Il Soldano aveva emanato un editto crudele: chiunque portasse la testa di un cristiano, avrebbe ricevuto il compenso di un bisante d’oro. Ma Francesco, I’intrepido soldato di Cristo, animato dalla speranza di poter realizzare presto il suo sogno, decise di tentare l’impresa, non atterrito dalla paura della morte, ma, anzi, desideroso di affrontarla.
Confortandosi nel Signore, pregava fiducioso e ripeteva cantando quella parola del profeta: Infatti anche se dovessi camminare in mezzo all’ombra di morte, non temerò alcun male, perché tu sei con me.
Partì, dunque, prendendo con sé un compagno, che si chiamava Illuminato ed era davvero illuminato e virtuoso.
Appena si furono avviati, incontrarono due pecorelle, il Santo si rallegrò e disse al compagno: ” Abbi fiducia nel Signore, fratello, perché si sta realizzando in noi quella parola del Vangelo: — Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi–“.
Avanzarono ancora e si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte, crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d’ingiurie e di percosse e li incatenarono. Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal Sultano, come l’uomo di Dio voleva. Quel principe incominciò a indagare da chi, e a quale scopo e a quale titolo erano stati inviati e in che modo erano giunti fin là.
Francesco, il servo di Dio, con cuore intrepido rispose che egli era stato inviato non da uomini, ma da Dio altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità.
E predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo, con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del Vangelo: Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri avversari potrà resistere o contraddire.
Anche il Soldano, infatti, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui. Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: ” Se, tu col tuo popolo, vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: Io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa “. Ma il Soldano, a lui: ” Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede “. (Egli si era visto, infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida).
E il Santo a lui: ” Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo, che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco, entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo, riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e signore, salvatore di tutti.
Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l’uomo di Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò tutti come fango.
Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E, benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza delI’anima sua. Ma il Santo, poiché voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell’animo del Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.
Vedendo, inoltre, che non faceva progressi nella conversione di quella gente e che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani.
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