LA CORONA E IL SANGUE. LA REGINA E IL SANTO. MISERIA E NOBILTÀ

Teste coronate, lussi, nobiltà, ricchezza, sfarzo, prime pagine, dirette video. I funerali di Elisabetta sono divenuti quelli di un’epoca. Nell’abbazia di Westminster questa mattina c’erano 2mila persone, mentre migliaia e migliaia attendevano fuori.

Stessa scena. Stessa mattinata. Sempre in una chiesa. Un altro mondo – forse quello più vero, sicuramente quello genuino – invece era a Napoli. Sempre questa mattina, infatti, nel duomo della città, anche qui c’erano 2mila persone, gente comune, pensionati, semplici fedeli. Attendevano silenziosi e senza che nessuno se ne curasse il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, un vescovo dei primi secoli che ha versato il suo sangue per Cristo. Alle 9,27 l’annuncio che quel prodigio si è verificato nuovamente. Erano li per chiedere un aiuto, magari semplicemente per trovare lavoro o riuscire a pagare una bolletta.

Applausi per la Regina e applausi per il Vescovo.

Persone in fila per entrambi gli eventi.

Patrizi e Plebei. Maiores et humiliores. Ricchi e poveri. Due mondi che non si incontreranno mai.

E la storia si ripete. Mentre per il mondo che conta, per i Capi di Stato e per i blasonati dell’Universo, la corsa è a farsi vedere e a mostrare titoli nobiliari e vestiti laccati, per alcuni- forse meno fortunati – quello che conta davvero è “un segno”, un po’ di sangue conservato in una teca a cui affidare le proprie pene.

Curioso destino quello che lega la corona e il sangue.

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©David Murgia
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