Guardate bene la foto qui sotto: è l’interno dell’abbazia di Santa Bona, dedicata a una vergine egiziana, a Vidor dove la notte del 29 giugno scorso Alex Marangon ha perso la vita. Secondo la ricostruzione degli investigatori il giovane barman avrebbe preso parte ad un rito sciamanico celebrato proprio all’interno dell’abbazia.

Ora, è vero che l’abbazia è stata sconsacrata, ma è anche vero che ha conservato arredi liturgici e suppellettili tipici delle chiese cattoliche. Insomma, a vederla così (la foto è stata presa dal sito internet ufficiale della stessa abbazia) non sembrerebbe proprio una chiesa sconsacrata.
E proprio qui, a detta dei partecipanti si sarebbe svolto un rito sciamanico a cui avrebbe, appunto, preso parte lo stesso Alex.
Ma di che rito si tratta?
Secondo me (e più esperti sono d’accordo con il sottoscritto) è molto probabile che si sia trattato di un rito del Santo Daime, rito fondato in Brasile da Raimundo Ireneu Serra che un giorno, mentre era sotto l’effetto dell’ ayahuasca, ebbe la visione di una donna da lui chiamata come la Rainha da Floresta e che successivamente identificò con la Virgem da Conceição. Quello che la Rainha da Foresta insegnava era la dottrina connessa all’uso dell’ayahuasca, che dirà di chiamare Daime (Daime è l’invocativo: “Dà a me; Dammi forza, dammi amore”). Il Daime correlato da una inseparabile dottrina, non venne concepito come assunzione di droga, ma come enterogeno, cioè come attivatore di esperienze estatiche. Ecco perchè i riti del Santo Daime sono riti sincretici, cioè mescolano elementi cristiani con quelli sciamanici, teosofici e spiritici.
Secondo alcuni testi che ho consultato, la preparazione del Daime si svolge in un’atmosfera di sacrale concentrazione, ed è condotta da persone di grande stima. Ogni gesto ha il valore di una ritualità consacratoria. Gli addetti controllano la quantità della liana, ridotta in polvere, e delle foglie ponendo tutto in una caldaia sul fuoco. La bollitura viene osservata attentamente fino al punto voluto. L’infuso viene assaggiato dal massimo esperto, che batte per tre volte con il suo bastone il bordo della caldaia, intendendo chiamare il sole, la luna, le stelle, e le entità astrali a determinare con il loro influsso l’idoneità dell’infuso.
Quella famosa notte in cui Alex è morto è probabile che dopo l’assunzione del Santo Daime (di cui l’ayahuasca è elemento essenziale) si sia svolto il Trabalho de Cruzes. Un rito che ha come scopo – è chiaro il riferimento al Vangelo secondo gli spiriti di Allan Kardec – quello della liberazione di un soggetto dai malefici degli spiriti malvagi e dei demoni infernali. Non si tratta di esorcismo del demonio, poiché per lo Spiritismo, e il Daime, non ci sono né angeli, né demoni, ma solo disincarnati, che possono essere malvagi fino a una cattiveria paragonabile a quella dei demoni.
Il Trabalho de Cruzes si esercita come scongiuro a uno spirito malvagio che ha preso possesso di un soggetto e lo tormenta. Il Trabalho de Cruzes prevede, anch’esso, l’uso del Daime, assunto mezz’ora prima l’inizio del trabalho. I partecipanti stanno in piedi e tengono una candela accesa nella mano destra, e nella sinistra la Cruz de Caravaca.
Anche il beneficiario (Alex??) deve avere una candela accesa nella mano destra e la Cruz nella mano sinistra, ed è invitato anche lui alla concentrazione.
Questo rito avviene ogni 30 del mese e può essere preceduto dai Trabalhos de hinos . Al neofita in questa circostanza viene richiesta l’accettazione delle condizioni di partecipazione: assunzione del Daime, fiducia nel rito e permanenza per tutta la sua durata, senza isolarsi.
La partecipazione, senza comportamento critico, ma fiduciario, porta alla conoscenza, a una consapevolezza maggiore di sé e dell’esistenza, quindi alla liberazione delle oscurità della religione di appartenenza accedendo a quella universale, della fratellanza universale.
Il neofita passa attraverso momenti di ribellione, di angoscia, di voglia di fuggire, di nausea, ma l’insieme dell’assemblea che canta e danza lo vincola. Si sente minoritario, incapace, per cui procede per imitazione dell’assemblea. Avverte momenti di ebbrezza, di scioltezza, che lo incoraggiano, facendolo sentire alla pari con l’assemblea.
A questo punto, il 29 giugno 2024 a Vidor qualcosa è accaduto che ha cambiato per sempre la vita di Alex. Forse si è solo spaventato; o forse il rito ha preso una piega diversa e la cacciata degli spiriti malvagi si è trasformata in percosse che ne hanno causato la morte.
Una cosa è certa: se non capiamo a quale rito Alex ha partecipato, non riusciremo mai a capire l’esatta dinamica dei fatti. Perchè prima di tutto il contesto in cui Alex è morto è un contesto religioso. Alex non si è trovato con qualche amico a cantare e ballare magari fumando canne, ma è stato parte attiva di un vero e proprio rito religioso. Che ha le proprie liturgie, i propri gesti. E come accade sempre più spesso, anche le proprie vittime sacrificali.
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Per chi volesse avere una visione completa su tutto il fenomeno Medjugorje, il lavoro migliore è quello svolto dalla Pontificia Commissione di Inchiesta (guidata dal Cardinale Camillo Ruini) che, alla fine dei lavori, ha stilato la famosa Relazione Finale, documento segreto che io ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle nel mio libro “Rapporto su Medjugorje”.
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Il mio ultimo libro è Ho sposato un nazista. La mia fuga dal Quarto Reich. Una sconvolgente storia vera – edito da Piemme, scritto insieme a Hilde Keller. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI

Si tratta di un libro che ripercorre l’incredibile storia di Hilde Keller che sposa un neonazista e, insieme a lui, cerca di creare un nuovo Reich.
INVITO ALLA LETTURA:
Castello di Wewelsburg (Germania), anno 2018. Hilde insieme a quello che diventerà suo marito sono uniti in matrimonio da una sciamana. La celebrazione si svolge secondo un rituale delle Waffen SS, lo spietato braccio armato della polizia nazista. A fare da sfondo alla cerimonia, non ci sono vetrate colorate di chiese gotiche tedesche ma il “sole nero”, luogo magico da cui prenderà vita il nazionalsocialismo esoterico voluto da Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Come testimoni di nozze, ci sono figli e parenti di gerarchi nazisti.
La vita di Hilde da questo momento in poi si trasforma in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far rinascere il nazismo.
Un mondo – quello che vivrà ogni giorno Hilde – a cui si fa fatica a credere. Eppure tutto è reale. Tutto è inquietante. Sarà proprio Hilde a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando un fenomeno che mette i brividi, di cui spesso si parla senza conoscerlo ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.
Dopo anni tormentati, Hilde riesce ad uscire da questo incubo e in una notte decide abbandonare il marito e quel mondo tenebroso per abbracciare la Croce e diventare cristiana.
“Sbaglia chi, in Italia, identifica il neonazismo con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra. Il neonazismo oggi si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”. CONTINUA
(David Murgia)
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