Devo essere sincero. Non conoscevo affatto Giovanni Merlini. Vissuto ad inizio 800, è il primo Beato elevato agli onori degli altari in questo Anno Santo. Si distinse per mitezza d’animo, umiltà ed apertura verso il prossimo. Ma soprattutto si distinse per essere riuscito a predicare in terre infestate dal fenomeno del brigantaggio.
Ebbene, prima della cerimonia di beatificazione si è svolto il rito dell’ apertura del sepolcro e dell’accoglienza dell’urna con i suoi resti mortali.
Il rito si è svolto nella Chiesa di S. Maria in Trivio a Roma, alla presenza di rappresentanti ecclesiastici e membri della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue a cui il neo beato apparteneva.
Successivamente, l’urna è stata aperta per la ricognizione canonica di ciò che resta del beato Merlini.
Si tratta di un momento importante perché non solo vengono analizzati i resti mortali del santo o del beato, ma in questa occasione vengono anche utilizzate nuove forme di conservazione per tutelarne la custodia ed evitare il loro danneggiamento.
Ebbene proprio in questo momento sarebbe accaduto il prodigio. La cronaca esatta è stata pubblicata sul sito “Primavera Missionaria” della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
Chi racconta il prodigio è la persona che ha fatto materialmente la ricognitio. E per essere sicuro di quello che succedeva ha chiamato un altro suo collega che si è precipitato a verificare.
I due testimoni dell’evento si chiamano Francesco Maria Amato e Tommaso Avitabile.
Lascio a loro la parola.
“Il giorno 14 dicembre 2024 alle ore 08.45, io sottoscritto Francesco Maria Amato, mi accingevo ad aprire i contenitori al cui interno erano i resti mortali del Venerabile Giovanni Merlini postivi nel corso della cerimonia dell’apertura del suo sepolcro tenutasi, il 12 dicembre 2024, presso la Rettoria Santa Maria in Trivio a Piazza dei Crociferi.
Ultimato di posizionare le ossa sopra i diversi vassoi appositamente preordinati sul tavolo di lavoro del laboratorio situato nell’edificio denominato Betania, ubicato all’interno del comprensorio delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo – Regione Italia – in Via San Giovanni in Laterano 73, chiudevo la porta della stanza e quella di accesso al piano dove la stessa è collocata, e mi allontanavo per prelevare alcuni guanti in lattice che avevo dimenticato nello zaino depositato nel secondo laboratorio di restauro ove stava lavorando il collega Tommaso Avitabile.
Trascorsi poco più di quindici minuti, tornavo nell’edificio Betania e nell’aprire la porta di accesso al piano, mi sono reso conto che vi era nell’aria qualcosa di strano. Il corridoio era pervaso da un gradevole profumo di fiori che sinceramente non avevo notato in precedenza. Man mano che mi sono avvicinato al laboratorio, il profumo è divenuto sempre più intenso e penetrante; era come se mi trovassi all’interno di una serra con piante di rose e di gelsomini siciliani (sottolineo quest’ultima pianta in quanto per più di venti anni ne ho goduto il profumo nel giardino della mia casa ad Anzio).
Aperta la porta del laboratorio, il profumo era veramente forte, intenso e molto gradevole. A questo punto mi è venuto naturale avvicinarmi ai resti mortali del Venerabile Merlini posizionati sui vassoi ed ho constatato che l’origine di quell’intenso profumo proveniva proprio da loro e dai teli di lino che li avevano avvolti per lunghi anni all’interno dell’urna murata nella Rettoria Santa Maria in Trivio a Piazza dei Crociferi.
Sinceramente colpito dall’accaduto, per avere una conferma dell’evento e togliere ogni ombra di dubbio circa una ipotetica suggestione, ho telefonato al collega Tommaso dicendogli semplicemente di raggiungermi presso il laboratorio perché avevo bisogno di un suo aiuto. Logicamente non ho accennato al profumo per non influenzarlo psicologicamente.
Varcata la porta del corridoio di accesso Tommaso mi ha chiesto cosa avessi liberato nell’aria che profumasse in quel modo. Entrato nel laboratorio rimaneva esterrefatto dall’intensità del profumo che si sprigionava dalle ossa del Venerabile Merlini posizionate sul tavolo. È stata questa una conferma che il profumo avvertito non era una semplice suggestione. Anche lui infatti ha asserito di percepire un forte, gradevole ed intenso profumo di rose.
Faccio notare che nel corso della cerimonia tenutasi presso la Rettoria Santa Maria in Trivio a Piazza dei Crociferi, quando è stata aperta l’urna contenente i resti mortali del Venerabile Giovanni Merlini, tutti i presenti possono testimoniare che non si è percepito alcun tipo di profumo, ma al contrario solo odore di muffa frutto del livello di umidità relativa presente nell’urna stessa”.
QUI la testimonianza originale.
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Per chi volesse avere una visione completa su tutto il fenomeno Medjugorje, il lavoro migliore è quello svolto dalla Pontificia Commissione di Inchiesta (guidata dal Cardinale Camillo Ruini) che, alla fine dei lavori, ha stilato la famosa Relazione Finale, documento segreto che io ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle nel mio libro “Rapporto su Medjugorje”.
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Il mio ultimo libro è Ho sposato un nazista. La mia fuga dal Quarto Reich. Una sconvolgente storia vera – edito da Piemme, scritto insieme a Hilde Keller. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI

Si tratta di un libro che ripercorre l’incredibile storia di Hilde Keller che sposa un neonazista e, insieme a lui, cerca di creare un nuovo Reich.
INVITO ALLA LETTURA:
Castello di Wewelsburg (Germania), anno 2018. Hilde insieme a quello che diventerà suo marito sono uniti in matrimonio da una sciamana. La celebrazione si svolge secondo un rituale delle Waffen SS, lo spietato braccio armato della polizia nazista. A fare da sfondo alla cerimonia, non ci sono vetrate colorate di chiese gotiche tedesche ma il “sole nero”, luogo magico da cui prenderà vita il nazionalsocialismo esoterico voluto da Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Come testimoni di nozze, ci sono figli e parenti di gerarchi nazisti.
La vita di Hilde da questo momento in poi si trasforma in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far rinascere il nazismo.
Un mondo – quello che vivrà ogni giorno Hilde – a cui si fa fatica a credere. Eppure tutto è reale. Tutto è inquietante. Sarà proprio Hilde a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando un fenomeno che mette i brividi, di cui spesso si parla senza conoscerlo ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.
Dopo anni tormentati, Hilde riesce ad uscire da questo incubo e in una notte decide abbandonare il marito e quel mondo tenebroso per abbracciare la Croce e diventare cristiana.
“Sbaglia chi, in Italia, identifica il neonazismo con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra. Il neonazismo oggi si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”. CONTINUA
(David Murgia)
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