Non so se vi è mai capitato di avere una sensazione opprimente, quella certezza di dover fare qualcosa di importante, senza però riuscire a ricordare esattamente cosa. Ero su un treno diretto a Milano, immerso nei pensieri. Il dibattito televisivo a cui dovevo partecipare quel tardo pomeriggio era segnato sul mio smartphone, eppure sapevo che c’era qualcos’altro. Un incontro. Qualcuno che avrei dovuto vedere. Ma chi? E perché quella vaga dimenticanza mi metteva addosso un’inquietudine inspiegabile?

Cercavo di fare mente locale, ma il dondolio del treno era irresistibile, mi cullava fino a farmi chiudere gli occhi.

“Biglietto per favore”. La voce del capotreno mi aveva svegliato di colpo. Con un sussulto e, mentre riprendevo lucidità, il mio sguardo era caduto sul giornale del passeggero di fronte. Un titolo mi aveva colpito come un lampo. Parlava di arresti di nazisti. Ecco cosa dovevo fare. Ho preso goffamente il cellulare per aprire la posta elettronica, cercando un indizio. Nulla. Sono passato a WhatsApp. Tra decine di messaggi, ce n’era uno:  “Ti aspetto domenica in hotel. Ho portato quello che mi hai chiesto così ti racconto per bene”. Raccontarmi cosa? Chi era questa persona? Sono andato così sulla foto del contatto e mi è comparsa una bella donna, bionda, sorridente. Ma con qualcosa di orribile addosso.

Lo ammetto: sono entrato nell’hall dell’albergo con una curiosità matta. La donna mi ha riconosciuto subito e mi sono seduto di fronte a lei.

“Mi chiamo Hilde, grazie per essere venuto. Non è facile per me parlare di questo. Ma devo farlo. Ti assicuro che non te ne pentirai”.

Sono oltre vent’anni che come giornalista racconto storie, smaschero cialtroni e sedicenti veggenti, scopro truffe, asciugo lacrime e piango insieme alle vittime di raggiri e imbrogli di ogni tipo. Ma mai avrei pensato che sarei stato testimone di una storia così personale, così carica di redenzione e oscurità. Di luce e tenebre. Una storia che avrebbe cambiato non solo chi l’aveva vissuta, ma anche tutti quelli che avrebbero avuto il coraggio di ascoltarla.

Eravamo seduti su comode poltrone, in un ambiente raffinato e chic, con musica gradevole da sottofondo e camerieri con guanti bianchi che servivano aperitivi. Eppure le poche parole pronunciate dalla donna riuscirono a spazzare via quella patina di eleganza.

“Come ti ho accennato via WhatsApp chiedendoti questo incontro –disse stringendo la tazza di caffè con mani leggermente tremanti – ora posso essere più schietta e diretta. Sono stata la moglie di un neonazista. Ho fatto cose di cui mi vergogno molto. E voglio raccontare tutto”.

“Tutto cosa?” le hi risposto

“La mia discesa negli inferi. La mia anabasi in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far nascere il Quarto Reich”.

Sarà proprio Hilde, infatti, a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando e facendomi conoscere un fenomeno che mette i brividi, di cui nessuno parla ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.

“Ma secondo te veramente il neonazismo rappresenta una minaccia concreta per l’Italia e per l’Europa?” le ho chiesto con un po’ di ingenuità

La sua risposta mi ha gelato il sangue. E mi sono convinto in quel momento esatto che dovevo approfondire la sua storia.

“Sbaglia chi identifica il neonazismo – ha risposto – con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra presenti oggi. Il neonazismo vero si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”.

Le ho chiesto allora perché non fosse scappata subito da suo marito. Lei ha abbassato lo sguardo.

“Avevo paura. Ero cieca. E in qualche modo, credevo ancora nel Male”.

Mi ha cosi raccontato del suo cambiamento, di come fu lento, doloroso. Una vera e propria anabasi dell’anima. Ma fu anche inevitabile.

“Non è stata solo una separazione. È stata una fuga. Verso la luce”.

Nonostante tutto quello che già si conosce, per me il neonazismo resta ancora oggi un mistero. Nel senso che: come è possibile – dopo che abbiamo visto e documentato l’orrore che ha provocato nel mondo – pensare che abbia qualcosa di buono da offrire?

Quando un fenomeno, un’ideologia o un sistema di potere ha già prodotto conseguenze devastanti, registrate dalla storia, risulta quasi paradossale pensare che possa ancora essere sostenuto, che qualcuno lo consideri valido o addirittura necessario. Eppure, la realtà dimostra il contrario. Non è una questione di passato remoto, ma di un presente inquietante. Lo dimostrano i fatti narrati in queste pagine e gli eventi di cronaca più recenti, segnali inequivocabili di un’ombra che non si è mai davvero dissolta.

Perché, prima di tutto, la storia di Hilde è un viaggio attraverso le ombre. Ombre fitte e opprimenti, che si sovrappongono come i volti dei protagonisti di questa vicenda. Ombre nere come l’ideologia che li ha mossi; come i fantasmi di un passato che non smette di riaffiorare, insinuandosi nel presente con allarmante determinazione. Ombre nere come le anime dannate….CONTINUA

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Per chi volesse avere una visione completa  su tutto il fenomeno Medjugorje, il lavoro migliore è quello svolto dalla Pontificia Commissione di Inchiesta (guidata dal Cardinale Camillo Ruini) che, alla fine dei lavori, ha stilato la famosa Relazione Finale, documento segreto che io ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle nel mio libro “Rapporto su Medjugorje”.

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Il mio ultimo libro è Ho sposato un nazista. La mia fuga dal Quarto Reich. Una sconvolgente storia vera – edito da Piemme, scritto insieme a Hilde Keller. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI

Si tratta di un libro che ripercorre l’incredibile storia di Hilde Keller che sposa un neonazista e, insieme a lui, cerca di creare un nuovo Reich.

INVITO ALLA LETTURA:

Castello di Wewelsburg (Germania), anno 2018. Hilde insieme a quello che diventerà suo marito sono uniti in matrimonio da una sciamana. La celebrazione si svolge secondo un rituale delle Waffen SS, lo spietato  braccio armato della polizia nazista. A fare da sfondo alla cerimonia, non ci sono vetrate colorate di chiese gotiche tedesche ma il “sole nero”, luogo magico da cui prenderà vita il nazionalsocialismo esoterico voluto da Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Come testimoni di nozze, ci sono figli e parenti di gerarchi nazisti.

La vita di Hilde da questo momento in poi si trasforma in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far rinascere il nazismo.

Un mondo – quello che vivrà ogni giorno Hilde – a cui si fa fatica a credere. Eppure tutto è reale. Tutto è inquietante. Sarà proprio Hilde a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando un fenomeno che mette i brividi, di cui spesso si parla senza conoscerlo ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.

Dopo anni tormentati, Hilde riesce ad uscire da questo incubo e in una notte decide abbandonare il marito e quel mondo tenebroso per abbracciare la Croce e diventare cristiana.

“Sbaglia chi, in Italia, identifica il neonazismo con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra. Il neonazismo oggi si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”. CONTINUA

(David Murgia)

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