Non è un gioco, ma credetemi se vi dico che Domenico Savio – il santo ragazzino allievo di don Bosco – batte il neo santo dei millennial – Carlo Acutis – (canonizzato oggi a San Pietro) per 4 a 2.
Per Domenico Savio (San Giovanni di Riva presso Chieri, 2 aprile 1842 – Mondonio di Castelnuovo d’Asti, 9 marzo 1857) ci sono, infatti, voluti ben 4 miracoli per portarlo sugli altari. Per Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991 – Monza, 12 ottobre 2006) ne sono bastati solo due di miracoli per diventare santo. Come mai?
Eppure tutti e due sono morti più o meno alla stessa età, a 15 anni. Per entrambi c’è stato una grande culto subito dopo la morte. E sia Carlo che Domenico erano innamorati dell’Eucarestia. Solo che – a differenza di Acutis – Domenico Savio era di umilissime origini. Secondo di dieci figli, suo papà era un fabbro e la mamma una sarta. Domenico Savio non ha fatto veramente nulla di speciale. Quando scrisse a Don Bosco un bigliettino per chiedergli di aiutarlo a farlo diventare santo, il sacerdote gli rispose con i cosiddetti “segreti della santità”: Allegria, impegno nei doveri di studio e di preghiera e fare del bene.
È vero che ai suoi tempi non esistevano computer e internet, ma la sua vita, Domenico, l’ha spesa facendo la cosa più normale di questo mondo per un ragazzino: andare a scuola e giocare a pallone. Però tanto è bastato per convincere il suo maestro, San Giovanni Bosco, a scrivere la sua biografia e a convincere nel 1933 la Santa Sede a riconoscerne le virtù eroiche.
E quindi? Le procedure canoniche di canonizzazione prevedevano – nel 1917 – per diventare santi l’accertamento di due miracoli per la beatificazione e altri due miracoli per la canonizzazione. E quindi per avere Domenico Savio santo ci sono voluti ben quattro miracoli. E per Acutis? Le nuove norme canoniche dal 1983 ne prevedono solo due di miracoli: uno per la beatificazione e uno per la canonizzazione.
E allora Domenico Savio è “più santo” di Carlo Acutis? Risposta: è il santo che fa il miracolo o il miracolo che fa diventare una persona santa?
Fatemi sapere.
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Per chi volesse avere una visione completa su tutto il fenomeno Medjugorje, il lavoro migliore è quello svolto dalla Pontificia Commissione di Inchiesta (guidata dal Cardinale Camillo Ruini) che, alla fine dei lavori, ha stilato la famosa Relazione Finale, documento segreto che io ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle nel mio libro “Rapporto su Medjugorje”.
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Il mio ultimo libro è Ho sposato un nazista. La mia fuga dal Quarto Reich. Una sconvolgente storia vera – edito da Piemme, scritto insieme a Hilde Keller. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI

Si tratta di un libro che ripercorre l’incredibile storia di Hilde Keller che sposa un neonazista e, insieme a lui, cerca di creare un nuovo Reich.
INVITO ALLA LETTURA:
Castello di Wewelsburg (Germania), anno 2018. Hilde insieme a quello che diventerà suo marito sono uniti in matrimonio da una sciamana. La celebrazione si svolge secondo un rituale delle Waffen SS, lo spietato braccio armato della polizia nazista. A fare da sfondo alla cerimonia, non ci sono vetrate colorate di chiese gotiche tedesche ma il “sole nero”, luogo magico da cui prenderà vita il nazionalsocialismo esoterico voluto da Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Come testimoni di nozze, ci sono figli e parenti di gerarchi nazisti.
La vita di Hilde da questo momento in poi si trasforma in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far rinascere il nazismo.
Un mondo – quello che vivrà ogni giorno Hilde – a cui si fa fatica a credere. Eppure tutto è reale. Tutto è inquietante. Sarà proprio Hilde a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando un fenomeno che mette i brividi, di cui spesso si parla senza conoscerlo ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.
Dopo anni tormentati, Hilde riesce ad uscire da questo incubo e in una notte decide abbandonare il marito e quel mondo tenebroso per abbracciare la Croce e diventare cristiana.
“Sbaglia chi, in Italia, identifica il neonazismo con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra. Il neonazismo oggi si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”. CONTINUA
(David Murgia)
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