Con la decisione della Corte d’Appello dell’Aquila è stato dunque rigettato questa mattina il ricorso presentato dai legali di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion contro l’allontanamento dei loro tre bambini dalla casa nel bosco di Palmoli lo scorso 20 novembre e il loro collocamento in una casa famiglia a Vasto.
Una decisione che divide l’opinione pubblica e crea imbarazzo anche all’interno della magistratura.
Ma il punto non è questo.
Quello che a me interessa sottolineare è un aspetto molto particolare di questa vicenda.
Ricapitoliamo velocemente: i coniugi Nathan Trevallion (britannico) e Catherine Birmingham (australiana) si sono trasferiti nel 2021 in Abruzzo, nell’area di Palmoli (provincia di Chieti), scegliendo una vita off-grid (in un casolare isolato, con servizi essenziali limitati senza essere fisicamente collegati alle utenze tramite fili, tubi o cavi) e dichiarando di educare i figli in casa. L’attenzione delle autorità si è intensificata dopo un episodio precedente: la famiglia fu ricoverata per avvelenamento da funghi raccolti nei boschi. A novembre 2025, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei tre figli (una bambina di 8 anni e due gemelli di 6) e la sospensione della responsabilità genitoriale, motivando la decisione con criticità su condizioni igienico-sanitarie, istruzione/scolarizzazione, controlli sanitari e socializzazione. I bambini sono stati collocati in una struttura protetta a Vasto. Oggi è arrivata la decisione che respinge il ricordo dei genitori.
Ora la cosa che subito personalmente mi è balenata quando ho seguito questo caso è stata l’esatta sovrapposizione nello stile di vita di un’altra storia che ho seguito e di cui ho tratto spunto nel mio ultimo libro (Ho sposato un nazista, Piemme 2025). Sostanzialmente nel volume racconto la storia di Hilde, una giovane donna che ha deciso di sposare un neonazista e di condividere con lui gli stessi ideali. E – questo è il punto – la prima cosa che hanno fatto è stata proprio quella di andare a vivere in montagna, senza nessun vicino, in una casa isolata dal mondo. Senza acqua, elettricità e riscaldamento (solo il camino). Con loro anche le due bambine che mi hanno ricordato molto le figlie della coppia Trevallion/Birmingham. Ma che senso ha per un neonazista vivere in questo modo? Il senso è quello di creare così piccole cellule neonaziste, monadi in grado di potersi sostenere in modo autosufficiente spacciandosi per famiglie attente e sensibili all’ecologia e al bene del pianeta.

Perché il vero obiettivo dei neonazisti oggi è proprio questo: dar vita anche in Italia al Quarto Reich. In che modo? Andando a comprare per poche migliaia di euro piccoli paesini e centri disabitati dove instaurare piccole comunità naziste. Poche famiglie ariane e antisemite che fanno figli che educano alla ideologia neonazista.
Attenzione: con questo non sto dicendo che Nathan Trevallion e Catherine Birmingham sono dei neonazisti. Sto semplicemente sottolineando come il loro modo di vivere assomigli molto a quello di Hilde. Tutto qui. Ed è impressionante vedere come anche i luoghi in cui si consumano queste situazioni siano molto simili.
Questo è il luogo dove Hilde ha vissuto per diversi anni insieme a suo marito e alle figlie propagando il neonazismo:
Questo invece è il luogo dove ancora abitano i coniugi Trevallion/Birmingham:

Sono molto simili.
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Per chi volesse avere una visione completa su tutto il fenomeno Medjugorje, il lavoro migliore è quello svolto dalla Pontificia Commissione di Inchiesta (guidata dal Cardinale Camillo Ruini) che, alla fine dei lavori, ha stilato la famosa Relazione Finale, documento segreto che io ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle nel mio libro “Rapporto su Medjugorje”.
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Il mio ultimo libro è Ho sposato un nazista. La mia fuga dal Quarto Reich. Una sconvolgente storia vera – edito da Piemme, scritto insieme a Hilde Keller. Il volume è disponibile su internet QUI o su Amazon QUI

Si tratta di un libro che ripercorre l’incredibile storia di Hilde Keller che sposa un neonazista e, insieme a lui, cerca di creare un nuovo Reich.
INVITO ALLA LETTURA:
Castello di Wewelsburg (Germania), anno 2018. Hilde insieme a quello che diventerà suo marito sono uniti in matrimonio da una sciamana. La celebrazione si svolge secondo un rituale delle Waffen SS, lo spietato braccio armato della polizia nazista. A fare da sfondo alla cerimonia, non ci sono vetrate colorate di chiese gotiche tedesche ma il “sole nero”, luogo magico da cui prenderà vita il nazionalsocialismo esoterico voluto da Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Come testimoni di nozze, ci sono figli e parenti di gerarchi nazisti.
La vita di Hilde da questo momento in poi si trasforma in un baratro frequentato da ombre nere, personaggi insospettabili che vestono divise naziste, che in casa hanno il busto del Fuhrer e la bandiera del Terzo Reich e che si incontrano in ville e lussuosi appartamenti sparsi in tutta Europa per progettare la follia: far rinascere il nazismo.
Un mondo – quello che vivrà ogni giorno Hilde – a cui si fa fatica a credere. Eppure tutto è reale. Tutto è inquietante. Sarà proprio Hilde a essere testimone di violenze (anche su animali), rituali occulti e raduni segreti di guerra. Scoperchiando un fenomeno che mette i brividi, di cui spesso si parla senza conoscerlo ma che è terribilmente diffuso: il neonazismo.
Dopo anni tormentati, Hilde riesce ad uscire da questo incubo e in una notte decide abbandonare il marito e quel mondo tenebroso per abbracciare la Croce e diventare cristiana.
“Sbaglia chi, in Italia, identifica il neonazismo con gruppi di ragazzi con capelli rasati e pronti alla violenza o con piccole realtà politiche di estrema destra. Il neonazismo oggi si veste di rispettabilità, buona educazione e ottima cultura”. CONTINUA
(David Murgia)
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