Continua l’incredibile storia dell’autentico dipinto che ha dato vita al culto alla Divina Misericordia.
Qui la prima puntata di questa storia.
Arrivano tempi difficili. Due ombre minacciose oscurano il cielo dell’Europa e del mondo intero. Siamo nel 1939. L’ombra bruna del nazismo comincia a oscurare la santa terra lituana, Contestualmente, nello stesso anno, il patto Molotov-Von Ribbentrop sancisce un accordo – tra Russia e Germania – di non aggressione e stabilisce che i paesi baltici sono di interesse sovietico. Così, poco tempo dopo (1939), le truppe sovietiche invadono la Lituania. Comincia la prima occupazione sovietica del Paese. E con questa, prende il via, il sistema di ateizzazione dello stato lituano: chiusura dei seminari, divieto dell’insegnamento religioso nelle scuole, confisca dei beni ecclesiastici, abolizione di ogni Concordato.
Ma nell’Europa dell’Est i fatti si succedono troppo in fretta. Il 1° settembre del 1939 la Germania invade la Polonia. Scoppia la Seconda Guerra Mondiale. E i tedeschi ritornano a occupare la povera terra Lituana. Ritorna l’oscurità nera (giugno 1941). Quest’ombra durerà tre anni. Poi ritornerà quella rossa.
Nel 1948 la Chiesa di San Michele a Vilnius, quella di cui era parroco don Sopocko, viene chiusa. Le autorità comuniste di Vilnius decidono di trasformarla in un Museo dell’Architettura. Quadri, arredi e suppellettili sacri vengono distrutti. I più pregiati venduti sottobanco. L’Immagine di Gesù Misericordioso pende solitaria e abbandonata per tre anni su una parete nuda di quello che resta della Chiesa di San Michele. I suoi occhi non si muovono. Il suo sguardo non cambia.
Siamo nel 1951. Da qui la storia incredibile di questo dipinto si tinge di giallo con vicende che sembrano trasformarsi in leggenda. Due donne che veneravano l’Immagine prima della guerra, decidono di togliere il quadro dalla Chiesa di san Michele, luogo considerato troppo poco sicuro. Avvicinano il custode e dopo molto tempo riescono a convincerlo a farsi dare l’Immagine e portarla via per nasconderla. Riscattano il dipinto della Misericordia con un po’ di soldi e con una lurida bottiglia di wodka. Portano via la sola tela e avvolgono il dipinto e con cautela lo nascondono in una vecchia soffitta in casa di amici, in attesa di tempi migliori.
Non sappiamo esattamente quanto tempo la tela è rimasta nella soffitta ma sappiamo che è provvidenzialmente sopravvissuta al freddo e all’umidità per parecchi mesi. Successivamente il Volto dalle due donne viene portato nella chiesa di Santo Spirito. Le donne vengono deportate in Siberia ma appena – grazie ad una amnistia – tornano libere prendono l’immagine e la consegnano ad un altro sacerdote che decide di portarla e appenderla nella sua chiesa in Bielorussia. Ma anche qui arriva il regime sovietico. E nuovamente questa immagine si salva da chi voleva bruciarla perché i soldati che vogliono raggiungerla dove è appesa non hanno una scala sufficientemente alta da poterla prendere.
Da qui nuovamente altre donne, nascondono l’Immagine della Misericordia e la riportano a Vilnius dove – quando la Lituania torna ad essere libera – viene finalmente esposta in un santuario dedicato per l’occasione. (Continua nella III parte)
Per conoscere tutta la storia: “Faustina e il Volto di Gesù Misericordioso. Il mistero del dipinto più venerato al mondo” (Edizioni Ares)
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©David Murgia

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Sì, questo è il volto di Gesù….. e nel quadro originale prima del restauro ci sono messaggi di grandissima misericordia…. se qualcuno ha una foto del quadro della Divina Misericordia prima del restauro per favore fatemelo avere! con immensa gratitudine…
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