In molti mi chiedono una mia opinione sul vaccino anti Covid 19.
Provo velocemente a riassumere la questione che per i cattolici – almeno per una parte (soprattutto per il cosiddetto mondo tradizionale, anche se con qualche interessante eccezione) – è diventata motivo di duro scontro.
Per molti cattolici, vaccinarsi sarebbe contro la morale, quasi un peccato, perché in alcuni vaccini sono presenti linee cellulari provenienti da feti abortiti.
Per altri cattolici, il vaccino – avendo saltato per colpa dell’urgenza alcune fasi sperimentali – non sarebbe sicuro e non produrrebbe l’effetto desiderato, anzi rischierebbe di causare effetti collaterali peggiori dello stesso virus.
Infine l’obbligo del green pass – introdotto dal governo Draghi per accedere ad alcuni ambienti e rilasciato principalmente a coloro che si sono vaccinati (o che hanno avuto già la malattia o in possesso di tampone negativo nelle 48 ore precedenti) – sarebbe un attentato alla libertà di movimento oltre che sanitaria.
Insomma abbiamo tre quesiti da sciogliere: quello morale, quello scientifico e quello giuridico-costituzionale.
Ora secondo me tutte queste questioni – indubbiamente molto complicate – possono trovare riscontro, soltanto rispondendo ad un’altra domanda.
La domanda vera è: Gesù cosa avrebbe fatto? Si sarebbe fatto vaccinare? Sarebbe scappato o volontariamente avrebbe offerto il proprio braccio? Se ai suoi tempi ci fosse stata la stessa situazione di allarme sanitario e se il governatore o l’imperatore avesse ordinato a tutti – giudei compresi – di farsi vaccinare, il Messia cosa avrebbe fatto?
Qualcuno potrebbe farmi notare che era impossibile che ai tempi del Nazareno ci fossero le stesse condizioni di oggi e che quindi sarebbe impossibile rispondere alla domanda che ho posto.
In realtà non è così. E proprio mentre riflettevo su questo tema ho trovato quello che cercavo nel Vangelo di Luca.
Ecco cosa narra (Lc, 2,1-14):
“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta”.
La situazione raccontata da Luca non mi sembra molto diversa da quella di oggi. Analizziamo il tutto: anche ai tempi di Gesù abbiamo un Imperatore che con un decreto ordina un censimento. Ora il censimento nel diritto romano era uno strumento per “valutare la classe sociale di appartenenza, la quantità di tasse dovute, il ruolo nell’organizzazione politica e militare”. Ditemi se questo non è appunto una specie di green pass, non sanitario ovviamente, ma certamente statistico e sociale.
Eppure Giuseppe e Maria – che era già incinta del piccolo Gesù – non hanno avuti dubbi. E hanno obbedito a Cesare pur potendo – in teoria – scappare, nascondersi o semplicemente non ottemperare.
E certamente a loro non sarebbe mancato l’aiuto divino in caso di necessità.
Quindi, a seconda della nostra risposta – Gesù cosa avrebbe fatto? Si sarebbe vaccinato o no?– cambierà il nostro atteggiamento.
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©David Murgia

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