LO STRANO CASO DEL FRATE DELLE STIMMATE CHE FRATE NON È E CHE VIVE IN UN CONVENTO CHE NON È UN CONVENTO. APPELLO DEL VESCOVO DI TERNI AI FEDELI: “INFORMATEMI SU FRA ELIA”

Si fa chiamare Fra Elia, anche se in realtà non è un frate come tutti ce lo immaginiamo. Vive in un convento – denominato San Francesco – che in realtà non è un convento. Elia Cataldo, questo il suo nome, controversa figura carismatica, fondatore della Comunità Apostoli di Dio a Calvi, in provincia di Terni, torna a far parlare di sé.

Infatti, personalmente più volte ho ricevuto segnalazioni e racconti bizzarri sul suo conto. Fuoriusciti che raccontano la propria versione sulla comunità Apostoli di Dio e su di lui.

Nelle sue testimonianze lui stesso racconta di vivere – nella settimana Santa – i segni della Passione di Gesù. E sul suo conto girano molte voci: bilocazioni, miracoli e quant’altro.

Molti pellegrini gli fanno visita.

Ma in questi giorni fra Elia torna agli onori della cronaca.

Infatti il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese ha chiesto in modo ufficiale informazioni e impressioni a tutti i fedeli sul frate delle stimmate.

Un fatto da non sottovalutare.

Coraggiosamente il vescovo ha voluto contestualmente ripubblicare una nota della diocesi (già pubblicata nel  2008 e successivamente nel 2012 a firma dell’allora vescovo mons. Vincenzo Paglia che ora ricopre altro incarico in Vaticano) che contiene  alcune precisazioni importantissime su Elia Cataldo.

Prima tra tutte: “Fra Elia non è un frate. Non è un religioso, ma è un cristiano laico, che insieme al suo gruppo, non ha avuto alcun riconoscimento ecclesiastico.

Poi: “ La sua abitazione non si configura come convento e casa religiosa nel senso canonico. L’ex convento San Francesco di Calvi, infatti, è una struttura, attualmente ad uso di abitazione civile, nella quale dimora, come legittimo proprietario, Cataldo Elia con un piccolo gruppo di persone. Egli ha chiesto per sé e per il gruppo che lo accompagna, il paterno discernimento del vescovo diocesano “.

Per questo – aggiunge la nota del Vescovo – “al fine di poter raggiungere una comprensione completa e obiettiva si rende necessaria la massima prudenza e la valutazione di ogni elemento utile al discernimento. Per questo motivo, né lui né il suo gruppo hanno ancora ricevuto alcuna approvazione ecclesiastica, anche se a loro è riservata la premurosa attenzione della Chiesa, la quale è per tutti importante”.

“In questo momento – si legge – è stato richiesto a Cataldo Elia di non animare incontri di preghiera, nelle chiese parrocchiali e non parrocchiali, del territorio della Diocesi di Terni Narni Amelia”.

Non solo. “I suoi viaggi o missioni sono richiesti da fedeli, gruppi o parrocchie direttamente a lui con l’approvazione scritta dei rispettivi vescovi, che così si assumono ogni responsabilità circa i contenuti, le modalità della visita e i gesti e le parole di Elia Cataldo. Il vescovo di Terni-Narni-Amelia, non promuove né incoraggia tali viaggi, ma viene solo informato da Elia Cataldo circa gli inviti e le autorizzazioni da parte dei vescovi diocesani, dove egli si reca.”

E poi l’appello finale: “Il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, gradirebbe ricevere da vescovi, ecclesiastici e laici che, organizzano o partecipano agli incontri di Elia Cataldo, impressioni e valutazioni su tali incontri”.

E se volete potete inviare anche a me (anche in forma anonima) le vostre impressioni e esperienze.

Potete farlo scrivendomi direttamente: segnodigiona@gmail.com

Il mio ultimo libro è “Rapporto su Medjugorje”, cioè il documento segreto pontificio – redatto dalla Pontificia Commissione Internazionale che ha indagato su questi fenomeni per anni – che ho pubblicato per la prima volta in assoluto in versione cartacea e anche in versione Kindle.

Per saperne di più iscriviti al mio canale Youtube.

©David Murgia

 

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